giovedì 25 ottobre 2007

Il vento umido dell'autunno.



Ieri sera ho visto "Il vento fa il suo giro". Film già consigliato da molti amici. Inoltre girato proprio nella nostra vicina val Maira. Andrò a verificare dove sono questi posti molto particolari e bellissimi. Come la strada arroccata che mi è sembrata molto a quella che sale ad Elva. Il comune di Chersogno pare sia inventato (e prende il nome dal monte sopra Prazzo), le vecchie borgate e baite in pietra e legno: quelle esistono anche nelle altre nostre valli. La bellissima chiesa che mi ricordava quella di Elva ma di Elva non'è.
In ogni caso il film è molto particolare. Ora mi metto nei panni del critico e critico. Partiamo con le cose positive: belli i paesaggi, bella l'idea di realizzare questo film che potrebbe rimanere quasi un documentario tanto è reale. In particolare la gente comune. Il protagonista mi sembrava un vero montanaro. L'attore Giovanni FORESTI, che abbiamo avuto occasione di conoscere al centro diurno Ecceterà sì di Cussanio, mi è sembrato molto se stesso ma poco montanaro. Con quella casa, molto più lussuosa delle altre, con quella professione, molto diversa dalle classiche di valle, con quell'accento molto "vecchia aristocrazia". Inoltre ho trovato fuori luogo il ragazzo con problemi psichici. Il suo aspetto, non dava l'impressione che fosse originario di quei luoghi, anche se aveva un certo effetto il suo profondo e particolare legame che aveva instaurato con la nuova famiglia francese fino ad una scelta drastica quando questa se ne va.
Dimenticavo c'è stata una parte interattiva a metà spettacolo. Vi racconto: ad un certo punto sentiamo borbottare e vociferare fino a quasi urlare. Nel frattempo si accendono le luci (penso in coincidenza della fine del primo tempo) e vediamo una "tipa" che stà insultando un altra che sta cercando di raccattare i suoi occhiali caduti a terra in seguito ad uno scapaccione ricevuto dalla "tipa". A questo punto un "tipo" che presumo accompagnasse la "tipa" cerca di portarla alla calma e la invita ad andare a casa ma questa si rifiuta categoricamente e minaccia di denunciare la sua vittima. A quel punto la vittima si allontana, ma non abbastanza velocemente. Infatti la "tipa" la prende per i capelli e la tira quasi giu dalle scale. Interviene ancora il "tipo", e cerca di dissuaderla, e quando molla la preda, nonostante le sue proteste cerca di convincerla ad uscire. La "tipa" protesta e si sfoga con tutti i fossanesi in particolare, che rimangono ad osservare la "pieces teatrale", senza applaudire. Io inizialmente avevo pensato a una parte teatrale interattiva nel film. Mi era parso di capire che ci doveva essere in sala anche l'attore Giovanni FORESTI e così (come spesso succede a teatro), alle prime battute ho pensato: stai a vedere che hanno fatto un intervallo particolare. Invece poi, abbiamo constatato che la "tipa" non faceva parte del cast di attori ma forse, non in perfetta forma psicologica, era stata suggestionata da alcuni personaggi della pellicola e così, come abbiamo poi saputo dalla vittima, dopo aver chiacchierato insistentemente con il "tipo" si era sentita offesa dalla vittima che gli aveva chiesto di fare silenzio.
Un film doppiamente suggestivo.
Nella sera di mercoledì 24 ottobre 2007.
Flavio

martedì 23 ottobre 2007

Le beghine!

Eccolo il monumento alla beghina! Siiiiiiiiiiii, l'ho trovato e da qualche parte c'è anche la mia foto proprio abbracciato alla beghina.

Begijnhof, si trova ad Amsterdam.
Begijnhof è un grande cortile cintato (diciamo quasi un piccolo quartierino chiuso) che risale agli inizi del XIV secolo. Nascosto dietro l'affollata arteria commerciale dello Spui, è un'oasi di pace surreale, con piccole case raggruppate intorno a un cortile ben tenuto. Un tempo il Begijnhof era un convento abitato da beghine, donne nubili o vedove provenienti da famiglie benestanti che appartenevano a un ordine cattolico, si prendevano cura degli anziani e conducevano una vita religiosa sebbene non avessero preso i voti monastici; l'ultima vera beghina morì negli anni '70 del '900. Una delle case risale al 1465: è la casa in legno più antica del paese ed è ancora in buono stato di conservazione.
Se andate ad Amsterdam non lasciatevi scappare quest'angolo nascosto.
Ciao
Flavio

lunedì 1 ottobre 2007

Festa dei lettori RACCONIGI

Ieri abbiamo tirato tardi al parco di Racconigi, non hanno acceso le luci altrimenti saremo rimasti forse ancora qualche ora. E' stata una bella giornata. Visto il mio anticipo (alle 10.30 ero davanti all'ingresso principale) ho deciso di fare una visita guidata gratuita, agli appartamenti del terzo piano. E' stata una piacevole sorpresa trovare, come "ciceroni", 4 attori. La visita è stata divertentissima e interessante.
Dopo di che mi sono ricongiunto con il gruppo "Eccetera Si..." e agli amici dell'associazione "Parole moleste". E' stata molto rilassante e bella la passeggiata nel parco con ritorno alla Margaria in trenino (alcuni ne hanno aprofitatto "bucando i controlli e la sicurezza" per fare una visita non guidata a tutto il castello, girando in lungo ed in largo tra gli arredi e riuscendo ad arrivare addirittura sul orologio...). Nel pomeriggio, dopo il pranzo offerto da Margi abbiamo assistito ad alcune pieces teatrali nel parco, inoltre abbiamo partecipato ad un laboratorio diretto da Marco BOSONETTO e Davide PINARDI con risultati interessanti.
Vi riporto qui al seguito lo scritto che abbiamo fatto io e due amici.

Racconigi, 30 settembre 2007
Autobiografia di un oggetto che non parla.
Laboratorio effettuato nell’occasione della festa dei lettori con Enrico BOTTASSO, Flavio MORRA e Flavio MARABOTTO
MIOGRAFIA
Conosco molto bene gli alberi, i campi e le panchine che ci sono intorno al grande albero sul quale sono nato.
Osservo spesso le persone che mangiano sulla panchina sotto il mio albero. Così appena se ne vanno, scendo a vedere, cos’hanno lasciato di buono per me. Sono molto ghiotto di nocciole, pane, castagne, bucce di mela, fragoline di bosco, briciole di biscotti. A bere vado sempre al canale che passa qui vicino.
Amo saltare da un ramo all’altro ed intrufolarmi nei cespugli e tra le foglie secche, d’autunno. Cosi è la mia vita di tutti i giorni, tranne quel giorno.
Un uomo, quello che guida il trenino, rincorreva una donna e proprio sotto al mio albero l’ha buttata a terra e gli ha stretto le sue grosse mani intorno al collo, finché non si è più mossa. Ed è stata lì parecchi giorni, prima che tantissime persone venissero a recuperarla.
Purtroppo io non potrò mai dire che è stato l’uomo del trenino perchè sono uno ..........................scoiattolo.