lunedì 18 giugno 2007

I gemelli sul pullman


Discorso, in occasione del funerale, tra i gemelli, Anna e Carlo, (che qui accanto vedete in una vecchia foto scattata dopo la laurea di Anna) sul pullman che sta viaggiando da Fossano a Cussanio.
Anna: tu sai qualcosa del testamento?
Carlo: no. So che aveva uno scritto presso un geometra. Quello che seguiva un poco tutte le sue pratiche burocratiche. La vecchia casa in campagna e quegli appezzamenti di terreno in frazione S.Lucia.
Anna: si, i terreni e la vecchia casa è tutto alla luce del sole, ma io vorrei sapere cos’è stato stabilito in merito alla famosa cassetta di sicurezza che c’è in banca!
Carlo: ne ho sentito parlare. Anzi, sopra sono stati costruiti “castelli di fumo”. Io penso che su questa fantomatica cassetta non ci sia nulla di vero.
Anna: ma cosa dici! Guarda che una mia amica che lavora in banca me l’ha confermato. Mi raccomando che rimanga tra noi due. Ma la cassetta esiste, eccome! Ed ha anche un’assicurazione altissima rispetto a quelle che dichiarano la maggior parte dei possessori di gioielli e beni preziosi.
Carlo: ma cosa significa. Intanto lo sai, lo zio non era così astuto. Per quanto riguarda l’assicurazione si sarà fatto convincere dagli interessi di un qualsiasi assicuratore. Sai loro vogliono vendere. A mio avviso sono tutte voci di “popolo” che con gli anni sono diventate leggende metropolitane.
Anna: appunto, io ti dico che voglio vederci chiaro. E’ nostro zio e noi essendo gli unici nipoti eredi, abbiamo il diritto di sapere cosa c’è dentro.
Carlo: ma, guarda non farti illusioni. Che esista una cassetta sarà sicuramente vero, ma io non mi aspetterei nulla da quella stupida cassetta. Non illuderti sai. Potresti rimanerci male.
Anna: aah, ed invece no e poi no. Ti torno a ripetere che voglio una volta per tutte vederci chiaro. E se fosse pure vuota almeno si mettono fine a queste voci. Che poi, saranno anche voci ma, Bona di Savoia non era una leggenda. Era nata nel 1.450 ed era la quattordicesima dei diciotto figli di Lodovico di Savoia e di Anna Lusignano di Cipro. Mica una poveraccia qualunque! A diciotto anni aveva sposato Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. Quindi, era una potente e ricca dama. Non una leggenda. Certo, sappiamo anche che Ludovico il Moro, non appena la Bona rimase vedova, per sete di potere le strappò la reggenza e la costrinse all'isolamento e all'esilio. Ma la duchessa visse a partire dal 1500 nel Castello di Fossano, assegnatole in rendita dal Duca Filiberto di Savoia, suo nipote. Certamente aveva con se molti tesori, sia di casa Savoia sia di casa Sforza. Morta il 17 novembre del 1503, in circostanze misteriose, non si sono trovati ufficialmente gioielli o tesori che sicuramente aveva. Allora poi si portavano tutto dietro. Mica depositavano in banca come si fa ora. Dalle cronache si legge che la salma, rimasta molti giorni insepolta, fu trasportata via dal Castello di notte, accompagnata da due soli nobili con i ceri accesi e tumulata forse nella chiesa di san Giovenale. Fin qui è tutta storia. Storia documentata. E poi si ci sono altre voci che parlano addirittura del suo fantasma, quello si è solo un invenzione. Ma sappiamo benissimo che i nostri avi allora nobili della città erano in stretto contatto con Bona di Savoia ed avevano in custodia molti degli oggetti del suo tesoro. Ora quei tesori avrebbero un valore inestimabile. Non solo perchè d’oro massiccio, ma per il suo valore storico.
Carlo: va bene Anna, adesso però non stiamo a discutere su questo. Lo zio avrà lasciato degli scritti e vedremo.
Anna: io non mi fido. Questa storia della cassetta da 500 anni che continua a rimanere un mistero. Io ti dico che voglio sapere la verità. Voglio vedere con i miei occhi cosa racchiude. Questo era già un desiderio di nostro nonno e nostro padre, e neppure loro hanno potuto sapere.
Carlo: non contarci troppo su questa cassetta. Non vorrei che tu rimanessi delusa. Magari contiene due gemelli da polso per camicie.
Anna: ti ripeto, non è per il suo valore. Anzi, se veramente fosse quel tesoro che raccontano, non avrà sicuramente un valore commerciale. Ma torno a ripeterti io voglio la verità.
Carlo: va bene, adesso pensiamo al funerale e poi vedremo.
Anna: ma non perdiamo troppo tempo. Ammesso che non sia già troppo tardi.
Carlo: tardi o presto potrai vedere la cassetta vuota.
Anna: è quello che temo!
Incidente del pullman, confusione generale, il pullman finisce nel fosso.

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